Intervento di Domenico Guglielmo
- Categories Atti Convegno Berchet
- Date 3 Maggio 2017
Giornata di Studio
Giovanni Berchet e la Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo
Giovedì 26 gennaio 2017
AULA MAGNA DEL LICEO— ore 15.00-18.00
Intervento del Dirigente Scolastico del Liceo “G. Berchet”, prof. Domenico Guglielmo
Buon pomeriggio e benvenuti.
Grazie a tutti di essere presenti, in occasione della ricorrenza dei 200 anni della Lettera semiseria, a questo pomeriggio di studio sulla figura e l’opera di Giovanni Berchet.
Voglio presentare e ringraziare i relatori che oggi ricorderanno la figura del Berchet contestualizzandola nella storia della Milano dell’800 e cercando di rispondere alla domanda circa l’attualità dell’opera e del pensiero del letterato milanese:
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Prof.ssa Maria Grazia Bajoni dell’Università Cattolica di Milano. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia romana presso la Scuola di Studi Superiori di Scienza Sociali a Parigi. Ha insegnato lingua latina nella Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica di Milano dove, attualmente, è cultore della materia presso la cattedra di Letteratura Latina Medievale. Ha pubblicato in riviste specializzate articoli di filologia classica, saggi e diversi racconti. Ha vinto numerosi premi letterari nazionali e internazionali tra cui il “Premio Andersen - Baia delle Favole” 2016 per la miglior fiaba in lingua straniera.
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Prof. Guido Panseri. Ha insegnato per molti anni presso il liceo classico Berchet storia e filosofia, contribuendo a testi editi dall’associazione “I Berchettiani”, ed è stato relatore in molti corsi di formazione.
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Prof. Cesare Badini. Insegna storia dell’arte presso il liceo classico Berchet. E’ autore di articoli di storia dell’arte e ha tenuto numerose conferenze. Ha curato la mostra su Don Milani, di cui è studioso.
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Prof. Cesare Fertonani dell’Università Statale di Milano. Si è diplomato in violino e composizione presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano, e laureato in Lettere moderne all'Università degli Studi di Milano. Dal 2005 è professore associato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano dove attualmente insegna Storia della musica moderna e contemporanea e Metodologia della critica musicale. È direttore scientifico della collana di edizioni "Archivio della Sinfonia Milanese", edita da Ricordi, e membro del Comitato editoriale dell'edizione delle opere di Antonio Vivaldi, pubblicata dall'Istituto Italiano Antonio Vivaldi di Venezia. Svolge inoltre l'attività di critico musicale collaborando con la rivista "Amadeus". Dal 1990 al 1994 ha collaborato come critico musicale al "Corriere della Sera".
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Prof. Paolo Giovannetti. Professore associato di Letteratura italiana all’Università IULM di Milano, è esperto di metrica otto-novecentesca. Ha pubblicato nel 1994 la prima monografia italiana dedicata al verso libero, Metrica del verso libero italiano, cui ha fatto seguire altri volumi sullo stesso argomento, culminanti nella sintesi La metrica italiana contemporanea (2010 – con Gianfranca Lavezzi). Si è occupato di poesia dell’Ottocento: alla questione romantica ha dedicato nel 2011 Romanticismo senza Risorgimento. Con Gianni Canova dirige dal 2003 la collana “Contaminazioni” presso l’editore Unicopli.
L’idea di questa giornata di studi dedicata al Berchet è nata quando ci siamo resi conto che dalla pubblicazione della Lettera semiseria (pubblicata alla fine del 1816) erano trascorsi 200 anni. Ci è allora parso doveroso ricordare l’opera del Poeta con una giornata di studio. A quel punto ci siamo chiesti se ci fosse stata qualche altra occasione in cui il nostro Liceo avesse celebrato il suo “nume tutelare”.
Così, quasi per caso, abbiamo scoperto che nel 1951, in occasione del centenario dalla morte del Berchet, erano stati organizzati degli eventi celebrativi a cui il nostro liceo aveva partecipato curando e pubblicando un libro di saggi dal titolo: Studi sul Berchet pubblicati per il primo centenario dalla morte. Milano – Liceo Ginnasio Giovanni Berchet 1951.
Abbiamo ritrovato in biblioteca, con l’aiuto del prof. Di Legge che qui ringrazio, le uniche due copie rimaste. A scopo conservativo e di studio ne abbiamo quindi fatto, grazie soprattutto al contributo delle prof.sse Federici, Orlandi, Papagna, Rota, Saglia, Tarroni e Zanella, che qui voglio ringraziare, una versione digitale sperimentale.
Ci è quindi sembrato utile, come introduzione a questo pomeriggio di studio, riscoprire quel testo e presentarne brevemente il contenuto, con la speranza che gli studiosi di oggi possano trovare ancora utile attingere a quei saggi pubblicati dal nostro liceo.
Diamo quindi un rapido sguardo ai saggi contenuti nel libro, mentre sullo schermo ne scorre l’indice.
INDICE
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YOSEPH COLOMBO Prefazione
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ALFREDO GALLETTI , Giovanni Berchet (nel centenario della morte)
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ETTORE ROTA Il pensiero politico di G. Berchet
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ARTURO CODIGNOLA, Un accorato appello di G. Berchet al Governo di Carlo Alberto
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F. LUIGI MANNUCCI, Berchet e Mazzini
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ROBERTO VAN NUFFEL, Esercizi linguistici e traduzionacce inedite di G. Berchet
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Dal «Nibelungenlied»
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VITTORE PISANI, Giovanni Berchet e la çakuntala di Kalidasa
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ANTONIO GASPARETTI, G. Berchet, traduttore delle romanze spagnole
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ZELMIRA ARICI, G. Berchet e Costanza Arconati Visconti
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GIUSEPPINA BERTONI, Tradizione di generosità e d'amor patrio nella famiglia di Costanza Arconati
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VIRGINIA MONZINI, Manzoniane cautele
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CARLO CORDIE', Don Ciccione della Mamma, detto l'Estatico
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BENEDETTO CROCE, Poesia del Berchet
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ENZO PETRINI, Lingua e poesia in Giovanni Berchet
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MARCELLO AURIGEMMA, Poetica linguistica e linguaggio artistico di G. Berchet
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ITALO BENELLI, Le poesie giovanili di Giovanni Berchet
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MARIO FUBINI, Stile critico del Berchet
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ALDO VALLONE, Il trapasso dall'Illuminismo al Romanticismo nel «Conciliatore»
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NATALE CACCIA, L'episodio di Parga in alcuni componimenti poetici francesi e inglesi
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EMILIO SIOLI LEGNANI, Il «Saluto all'Italia il 6 aprile1848» non è del Berchet
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SERGIO MARTINELLI, Alcune righe del Berchet al Minghetti
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MARIO MARCAZZAN, Lettera al Preside del Liceo Berchet
Come una rapida scorsa all’indice dimostra, il testo affronta i diversi aspetti della figura di Berchet: quella di pensatore politico, di poeta, di critico e di traduttore, contestualizzandone anche l’opera, con l’aggiunta di qualche curiosità.
Illustriamo brevemente il contenuto dei singoli saggi.
Yoseph Colombo, allora preside del liceo Berchet, spiega come è nata e si è realizzata l’idea del libro commissionato in occasione del centenario della morte del Berchet, ricordando anche la costituzione di una apposita commissione che ha avuto il compito di valutare i lavori da inserire.
Il critico letterario Alfredo Galletti fa un’ampia e devo dire chiarissima sintesi della vita e dell’opera di Giovanni Berchet.
Lo storico Ettore Rota indaga nel suo saggio il pensiero politico di Berchet.
Il giornalista Arturo Codignola, biografo di Mazzini e studioso del Risorgimento, analizza l’appello inviato dal Berchet nel 1848 al governo Sardo affinché, rinunciando a pretese eccessive, favorisse l'unione con la Lombardia. La lettera, inviata dal Berchet all'amico Vincenzo Ricci, ministro dell'interno del Gabinetto Balbo, è conservata nell'Archivio dell'Istituto Mazziniano di Genova.
Il saggio del critico letterario F. Luigi Mannucci è dedicato all’analisi dei rapporti tra Berchet e Mazzini.
Il prof. Robert Van Nuffel, esperto di letteratura italiana, presenta una traduzione del Berchet del «Nibelungenlied» rimasta incompleta ed inedita.
Il glottologo Vittore Pisani ricorda che è stato Giovanni Berchet - in due articoli del Conciliatore (n. 53 del 4/3/1810 e n. 55 dell’11 marzo 1819) - il primo a far conoscere agli italiani la çakuntala, il poema del maggior poeta indiano, Kalidasa.
Antonio Gasparetti, traduttore e ispanista italiano, analizza criticamente il contributo dato dal Berchet alla traduzione delle romanze Spagnole.
La saggista Zelmira Arici affronta il tema della delicata amicizia tra Giovanni Berchet e Costanza Arconati Visconti.
La studiosa Giuseppina Bertoni inquadra l’opera di generoso sostegno ai più deboli svolta tradizionalmente dalla famiglia di Costanza Arconati.
Al rapporto tra Manzoni e Berchet è dedicato il saggio della studiosa Virginia Monzini.
Don Ciccione della mamma detto l’Estatico: a quanto pare questo era il soprannome che gli avversari dei romantici davano al nostro poeta. Ne scrive il critico letterario Carlo Cordiè, illustrando il melodramma i Romanticisti di XYZ ovvero Giovanni Paganini. E’ un articolo interessante e particolare, che ci ha talmente incuriositi da spingerci a cercare la copia del testo del melodramma.
Il filosofo Benedetto Croce mette a disposizione tre brevi articoli apparsi rispettivamente nel 1911, nel 1912 e nel 1929: il primo articolo è dedicato alla polemica Berchettiana, il secondo al rapporto tra melodramma e poesia e l'ultimo a “Berchet poeta Popolare”.
Lo studioso Enzo Petrini affronta il problema della lingua nella poesia del Berchet ricordando che Berchet voleva ancorare la lingua e la poesia ad un contenuto vivo di popolarità.
Il critico Marcello Aurigemma si concentra sulla poetica linguistica e sul linguaggio del Berchet, argomento che, a suo parere, fino ad allora non aveva avuto sufficiente attenzione.
Lo studioso Italo Bertelli si concentra sul valore delle poesie giovanili di Giovanni Berchet, sostenendo che la lettura delle esercitazioni giovanili del nostro sia indispensabile all'esatta comprensione della personalità berchettiana.
Il critico Mario Fubini analizza lo stile degli scritti critici del Berchet sostenendo che il Berchet abbia con tali scritti adempiuto ad un suo compito con modi e stili suoi propri e inconfondibili con quelli dei contemporanei.
Aldo Vallone analizza il passaggio dall'Illuminismo al Romanticismo mettendo a confronto il Caffè e il Conciliatore
Per effetto del trattato di Costantinopoli del 21 marzo 1800, la Russia cedette la greca Parga all’Impero Ottomano; la sovranità ottomana, però, non fu instaurata subito in quanto Parga cadde sotto occupazione inglese. In cambio del riconoscimento del protettorato inglese sulle Isole Ionie, gli inglesi negoziarono infine con Alì Pascià la cessione di Parga all'impero ottomano nel 1817. Ne seguì l'esodo della popolazione parghiota di etnia greca. Il letterato Natale Caccia, partendo dalla introduzione ai profughi di Parga in cui il Berchet accenna a diverse poesie pubblicate in Inghilterra e in Francia sull'eroismo e le sventure dei parghioti, pone quelle poesie a confronto con il poemetto del Berchet.
Il 6 aprile 1848 è la data in cui milanesi si radunarono nella piazza del Duomo per un commemorare fratelli caduti nelle Cinque giornate. Lo storico e scrittore Emilio Sioli Legnani ci spiega perché il saluto all'Italia del 6 aprile 1848 non è del Berchet.
Sergio Martinelli analizza una breve lettera, custodita nella presidenza del nostro liceo, inviata dal Berchet a Marco Minghetti.
Infine Mario Marcazzan, allora provveditore agli studi di Milano, ringrazia il preside Colombo per la sua iniziativa.
Con la speranza che questa breve nota introduttiva vi abbia fatto riscoprire un testo utile per i vostri studi, lascio la parola ai nostri relatori.
Grazie a tutti
Buon pomeriggio
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