Dall'escalation militare americana nel Sudest asiatico alle
      delusioni e agli smacchi patiti in una guerra contestata anche negli Stati Uniti. Dagli
      archivi del "Corriere della Sera" gli echi di quel conflitto e di
      quelle polemiche
      
      3 agosto 1964
      
      ATTACCO NEL GOLFO DEL TONCHINO
      Un grande incidente navale si è verificato oggi nelle acque del
      golfo del Tonchino, che bagnano le coste del Nord del Vietnam a occidente e quelle della
      Cina comunista a nord, e nelle quali è l'isola cinese di Hainan. Il cacciatorpediniere
      americano Maddox è stato attaccato da tre torpediniere di nazionalità sconosciuta con
      siluri e con armi di bordo. L'unità ha risposto all'attacco e, con l'aiuto dei caccia di
      una portaerei, ha messo in fuga gli aggressori. Una delle torpediniere è stata colpita e
      immobilizzata mentre le altre due hanno potuto proseguire la navigazione a velocità
      ridotta. Nessun danno a bordo del cacciatorpediniere americano (...) Le torpediniere, che
      hanno attaccato il Maddox non recavano contrassegni che consentissero di stabilire la loro
      nazionalità, ma è opinione generale che si sia trattato di unità del Vietnam del Nord
      (...) 
      
        
          |    Operazioni americane in Vietnam
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      Il comandante americano per il Pacifico, ammiraglio Gant Sharp, è
      stato avvertito dell'attacco mentre stava rientrando al suo quartier generale di Pearl
      Harbour da un'ispezione nel Sud Vietnam. "Questo incidente potrebbe portare un
      cambiamento dell'attuale situazione e potrebbe acuire l'attuale crisi nel Vietnam",
      ha dichiarato l'ammiraglio ai giornalisti scendendo dall'aereo. (...) Finora nessun
      commento è stato fatto dalla Casa Bianca a proposito del grave incidente. Si apprende
      d'altra parte che il governo del nord Vietnam ha protestato oggi per un'incursione di
      quattro cacciabombardieri americani contro un villaggio situato non lontano dal confine
      con il Laos. (...) 
      16 novembre 1969
      
      
      WASHINGTON PARALIZZATA DAI MANIFESTANTI
      di Franco Occhiuzzi
      La capitale è rimasta paralizzata da un folla di pacifisti: 250
      mila secondo la polizia, ma più di 300 mila secondo gli organizzatori di queste tre
      giornate di protesta contro la guerra del Vietnam. I manifestanti sono affluiti a
      Washington con ogni mezzo per partecipare alla marcia "contro contro la morte".
      Migliaia di persone con zaini pieni di cibo, sacchi a pelo e manifesti contro la guerra
      sono partiti durante la notte da New York e da decine di altre città americani diretti a
      Washington, la maggior parte dei manifestanti ha viaggiato a bordo noleggiati
      appositamente dal "Comitato per la moratoria della guerra in Vietnam" e da altre
      organizzazioni. (...) La marcia ha preso l'avvia dal cimitero nazionale di Arlington.
      Ognuno dei partecipanti ha ritirato un cartello con il nome di uno dei 46 mila soldati
      americani caduti nel Vietnam. Altre marce sono state organizzate in città della costa del
      Pacifico (...). Ad Hollywood l'attore cinematografico Peter Fonda si è messo all'ingresso
      di un cinema invitando la gente a boicottare il film "Easy Rider" da
      lui interpretato in segno di protesta contro la guerra del Vietnam. Anche altri attori di
      Hollywood, fra i quali Paul Newman (...) hanno chiesto al pubblico di non recarsi a vedere
      i loro film durante il periodo di dimostrazioni contro la guerra in Vietnam.
      24 gennaio 1973
      LA PACE NEL VIETNAM
      Il presidente Nixon ha annunciato questa sera alla nazione che a
      Parigi è stato siglato da Kissinger e dal negoziatore nordvietnamita Le Duc Tho un
      accordo per il Vietnam, e ha annunciato il cessate il fuoco comincerà alle ore 1
      (italiane) di domenica 28 gennaio. La firma solenne dell'accordo avverrà sabato a Parigi.
      L'annuncio dell'accordo è stato dato contemporaneamente a Saigon e ad Hanoi. Il
      Presidente americano nella sua allocuzione, ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno ottenuto
      quello che egli aveva promesso cioè una "pace con onore" (...). Il Presidente
      ha aggiunto che la soluzione rispetta anche gli obiettivi del presidente sudvietnamita Van
      Thieu e di tutti gli altri alleati, i quali hanno approvato. Tutti i soldati americani in
      Vietnam verranno ritirati entro 60 giorni dalla firma e tutti i prigionieri di guerra
      verranno liberati entro due mesi. Il Presidente ha concluso "Continueremo ad aiutare
      i sudvietnamiti e tutti gli altri popoli del Sudest asiatico". Scene di giubilo sono
      avvenute in tutti gli Usa. A Saigon il presidente Thieu ha detto che Hanoi è stata
      costretta a riconoscere che il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud sono due Paesi
      separati e a riconoscere al tempo stesso la sovranità del Vietnam del Sud. 
      30 marzo 1975   
      L'AMERICA LASCIA IL VIETNAM
      di Ugo Stille 
      La vicenda del Vietnam, che per un decennio ha dominato e lacerato
      la vita americana, creando negli Stati Uniti una profonda crisi, al tempo stesso politica,
      psicologica e morale, si è chiusa oggi con un epilogo drammatico e rapido. Nel corso
      della notte, dopo una riunione di emergenza alla Casa Bianca del consiglio nazionale di
      sicurezza, il presidente Ford ha ordinato l'evacuazione immediata e totale degli ultimi
      americani (circa 900) rimasti a Saigon. La manovra di evacuazione, condotta con l'impiego
      di 80 elicotteri, sotto la protezione degli aerei della squadra del Pacifico, è durata
      meno di venti ore (...) Subito dopo la dichiarazione della Casa Bianca il segretario di
      Stato Kissinger ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha dichiarato che
      l'operazione di sgombero è stata preceduta da contatti con Hanoi e il governo
      rivoluzionario provvisorio del Sud Vietnam e anche l'URSS ha fornito "un certo
      aiuto". (...) Rimangono tuttavia ancora da chiarire le circostanze che hanno
      accelerato i tempi dell'epilogo, dando ad esso il carattere di un'improvvisa operazione di
      emergenza. (...)
      
        
          |    Operazioni americane in Vietnam
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      Gli interrogativi ancora non risolti riguardano gli sviluppi che nelle
      ventiquattro ore hanno creato una "situazione di emergenza" e costretto
      Washington ad accelerare i tempi dell'evacuazione. L'impressione nella capitale è che
      l'emergenza è stata il prodotto di due sviluppi intrecciati: il primo è che Hanoi e i
      Vietcong hanno posto come condizione assoluta per l'inizio di negoziati armistiziali con
      Saigon il ritiro di tutti gli americani dal Sud Vietnam; il secondo è che si è avuto un
      crollo improvviso del dispositivo militare sudvietnamita.