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     di PABLO PICASSO
 
      
        |  Guernica, Parigi, 4 giugno 1937, olio su tela,
        349,3 x 776,6 cm.
 Madrid, Museo Reina Sofia
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      LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA Negli anni Trenta la Spagna era diventata una repubblica democratica in cui le forze della
      Sinistra si erano impegnate in un'azione di profondo rinnovamento economico e sociale, in
      particolar modo propugnando la riforma agraria. Le elezioni del febbraio 1936 furono vinte
      dal Fronte Popolare, l'unione delle forze di Sinistra, con 278 deputati contro i 134 della
      Destra. Nonostante la sconfitta elettorale, la destra conservatrice, organizzatasi nella
      Falange, appoggiata dai fascismi europei e dalla chiesa cattolica, rimaneva molto forte,
      soprattutto perché poteva contare sull'appoggio dell'esercito. I primi mesi di governo
      del Fronte Popolare furono segnati da accanite lotte in ogni settore della vita politica e
      sociale che diedero luogo ad episodi anche sanguinosi. Il 13 luglio 1936 un attentato del
      quale rimase vittima un importante esponente monarchico fu il segnale della rivolta. Il 17
      luglio, con una sollevazione delle truppe spagnole di stanza in Marocco, cominciò la
      guerra civile che presto si estese anche in Spagna. Ben presto il capo della rivolta
      divenne il generale Francisco Franco. Parte della Spagna fu occupata dall'esercito
      franchista, mentre l'altra  rimase fedele al governo repubblicano, che chiamò il
      popolo alle armi contro i militari ribelli e la Falange. La guerra fu combattuta con
      grande determinazione da entrambe le parti: l'esercito repubblicano riuscì a fermare i
      franchisti ed il conflitto divenne sanguinosissimo. Esso durò infatti fino al 28 marzo
      1939 con oltre un milione e mezzo di vittime. Da tutta Europa giunsero in Spagna i
      volontari antifascisti che combatterono nelle Brigate Internazionali, ma le democrazie
      europee non intervennero particolarmente in difesa della Spagna repubblicana, anche per i
      sospetti suscitati dalla presenza comunista e dagli aiuti sovietici,benché piuttosto
      limitati. Invece l'Italia fascista di Mussolini inviò un vero e proprio corpo di
      spedizione in aiuto di Franco, e Hitler fornì importanti aiuti soprattutto per quanto
      riguarda l'aviazione, come la Legione Condor, un'unità dell'aeronautica tedesca, che
      sperimentò in Spagna le tecniche di bombardamento che sarebbero poi state massicciamente
      impiegate nella Seconda Guerra Mondiale. Dopo tre anni di sanguinosi combattimenti i
      franchisti ebbero la meglio: a loro favore giocò, oltre la supremazia militare, la
      disorganizzazione dell'esercito nemico che rispecchiava i contrasti politici che si erano
      aperti nel Fronte Popolare, con la repressione degli anarchici da parte dei comunisti in
      particolare. Centinaia di migliaia di repubblicani dovettero fuggire o finirono
      prigionieri e Francisco Franco instaurò una dittatura di tipo fascista, della quale fu il
      capo indiscusso per oltre trent'anni.
 
 
       IL BOMBARDAMENTO di Guernica (1937) Il 26 Aprile 1937, l'aviazione falangista, con aerei e piloti tedeschi, attaccò e rase al
      suolo la cittadina basca di Guernica, uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone. Dal
      punto di vista militare, Guernica era un obbiettivo del tutto insignificante; l'azione,
      svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage compiuta per seminare terrore nella
      popolazione civile e sperimentare una nuova tattica di guerra aerea: il bombardamento a
      tappeto.
 Così racconta l'episodio il quotidiano britannico Times del 28 aprile 1937: 'Il lunedì a
      Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza
      era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme .
      Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi
      lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo,
      che lanciò sul centro un egual numero di esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker
      continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine
      solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila
      abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di
      otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie
      isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline.
 
        
          |  Macerie della città distrutta.
 | IL QUADRO. Guernica, 1937, tempera su tela, 349 x 776,5 cm
 Fin dagli inizi della guerra, Picasso si era infatti dichiarato a favore del governo
      repubblicano, e Guernica rappresenta quindi il momento del dolore e dell'ira. L'opera, di
      effetto monumentale, venne realizzata dopo la distruzione della cittadina basca, in meno
      di due mesi. Abbiamo diverse versioni del quadro. Picasso studiò febbrilmente la scena in
      un centinaio di disegni preparatori datati tra il primo ed il nove maggio del 1937.
      L'emozione e la collera di Picasso per il massacro viene espressa nel quadro con una
      visione drammatica di corpi sfatti, visi stravolti, in uno sfondo privo di colore in cui
      echeggiano urla lancinanti.
 
        
          | STUDI
          PREPARATORI PER GUERNICA |  
          |  Madre con bambino morto, Pa-
 rigi, 28 maggio 1937. Matita,
 gessetto colorato e gouache e
 collage su carta.
 |  Testa di donna che piange, Pa-
 rigi, 3 giugno 1937. Matita, ges-
 setto colorato e gouache su
 carta.
 |  Testa di guerriero, Parigi, 4
 giugno 1937. Matita e gouache
 su carta.
 | L'autore è all'apice della sua tensione
      creativa. La novità di quest'opera consiste nella sintassi cromatica che ammette
      solamente il bianco e il nero, suggerita dalle immagini di distruzione apparse sui
      giornali. Si può dire, dunque, che la scena non è ambientata né dentro né fuori,
      bensì ovunque, poiché diverse linee guidano lo sguardo in profondità, accorciamenti
      prospettici irregolari confondono il dato spaziale, e non si può stabilire un'unica fonte
      di luce. La composizione, che si allunga orizzontalmente, riunisce sette gruppi di
      personaggi, e presenta un'articolazione chiara e raffinata. Due scene occupano le
      superfici laterali di destra e di sinistra; tra queste, secondo una struttura triangolare,
      si sviluppa una terza scena. Al centro, in una posizione innaturale, si vede un cavallo
      ferito che si volge a sinistra; dalle fauci dolorosamente spalancate fuoriescono
      strazianti nitriti. A destra si allungano il profilo stilizzato di una testa umana e un
      braccio che tiene accesa sulla scena una lampada a petrolio. Sopra la testa del cavallo s'innalza
      un grande "occhio di Dio" inserito al posto della pupilla, che presenta una
      lampadina e che è simbolo allo stesso tempo del sole e della luce elettrica. A destra del
      cavallo una donna inginocchiata conclude il gruppo compositivo centrale. A sinistra e
      sotto il cavallo ferito giace, al suolo con le braccia aperte quasi fosse crocefisso, la
      statua di un guerriero, che stringe con la mano destra una spada spezzata. Sopra la statua
      del guerriero della parte sinistra vi sono, tra le macerie fumanti, un toro e una madre
      urlante che tiene tra le braccia il figlio morto. Sul margine destro ,invece, vi è una
      figura col capo rovesciato all'indietro, la bocca spalancata in un grido di agonizzante
      dolore poiché avvolta dalle fiamme.  
        
          | STUDI
          PREPARATORI PER GUERNICA |  
          |  Toro, Parigi,20 maggio1937.
 Matita e gouache su carta.
 |  Testa di cavallo, Parigi, 20 maggio
 1937. Matita e gouache su carta.
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       LE VICENDE DEL QUADRO
 Nel gennaio del 1937 il governo del Fronte Popolare affidò a Picasso la realizzazione di
      un pannello murale per l'arredamento del padiglione spagnolo all'esposizione mondiale che
      sarebbe stata inaugurata a Parigi nel luglio di quell'anno. Picasso dunque si trasferì in
      un nuovo atelier situato in Rue des Grands-Augustins a Parigi, la stessa strada nella
      quale Balzac aveva ambientato la sua novella Chef-d'uvre inconnu. Per
      l'esecuzione del nuovo incarico egli pensò sulle prime di ricorrere ad un tema che
      trattasse la libertà dell'arte; quando però venne a sapere del bombardamento di
      Guernica, impressionato a tal punto da tale avvenimento, mutò il suo progetto. L'opera,
      realizzata già a metà giugno, sarà esposta nel padiglione Spagnolo all'Esposizione
      Internazionale delle Arti e Tecniche di Parigi (a cui parteciparono altri illustri pittori
      spagnoli: Joan Miró, Julio González e Javier Bueno), e verrà successivamente spostata
      negli Stati Uniti a New York al Museum of Modern Art durante l'occupazione nazista di
      Parigi. Picasso aveva pensato l'opera per Madrid, ma fintanto che il dittatore Franco
      rimase in vita, rifiutò di consegnarla alla Spagna. Il dipinto giunse in Spagna con la
      fine della dittatura, nel 1981, e per lungo tempo è stato esposto a Madrid al Casón del
      Buen Retiro presso il Prado (la direzione del quale gli era stata affidata dal governo
      repubblicano). Oggi è visibile al museo Reina Sofia di Madrid.
 
       
      
        
          |  Guernica III versione, Parigi, Maggio 1937, olio su
          tela, 349 x 776,6 cm. Madrid, Museo Reina Sofia
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