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       Il sonno non è altro che la perdita
      momentanea di conoscenza. I neurologi hanno osservato la presenza di cinque stadi
      differenti: il primo è quello del sonno leggero; vi sono poi due stadi intermedi (sonno
      Delta) e un quarto stadio di sonno profondo. Queste quattro fasi sono
      chiamate non Rem, in quanto caratterizzate dall'assenza
      di movimenti oculari rapidi (Rem: Rapid Eye Movements).
      Il quinto stadio è viceversa distinto per movimenti oculari rapidissimi: è il sonno
      Rem, all'interno del quale vi è la presenza dei sogni. Queste cinque fasi si
      ripetono alternativamente. Osservando il tracciato
      dell'elettroencefalografo, strumento usato dai neurologi per controllare ed osservare le
      reazioni elettriche della massa cerebrale durante il sonno, ci accorgiamo che la fase Rem
      è molto simile a quello della veglia. Questa fase è quella in cui una persona si sveglia
      con maggior difficoltà, in quanto la massa muscolare, proprio in questo stadio, raggiunge
      il massimo rilassamento. L'alternarsi delle fasi del sonno varia a seconda dell'età ed è
      comunque diversa da persona a persona. In un neonato le ore di sonno sono in media più di
      quelle della veglia e si distribuiscono all'interno delle 24 ore. In un uomo adulto il
      sonno si concentra soprattutto nelle ore notturne e raggiunge una media di 7-8 ore a
      notte. Le ore di sonno Rem in un neonato, in
      proporzione alle ore di sonno complessive, sono circa la metà; durante la crescita, tale
      proporzione diminuisce sempre di più; in un ragazzo di vent'anni le ore di sonno Rem sono
      un quinto rispetto al totale. A meno che un individuo non consolidi l'abitudine di dormire
      durante il giorno, il sonno diurno ha schemi completamente diversi dal sonno notturno. Le
      teorie in merito alla funzione del sonno sono varie; una prima teoria, detta ristorativa,
      sostiene che il sonno sia un momento di riposo per tutte le attività fisiche e
      psicologiche. La teoria  protettiva prevede invece che il
      sonno abbia la funzione di rimediare al logoramento e al dispendio di energia avvenuto
      durante la veglia. Simile è la teoria della conservazione
      dell'energia,
      che sostiene che il sonno sia un momento di recupero delle funzioni metaboliche, in quanto
      ne diminuisce le richiesta. Vi sono poi anche una serie di teorie
      istintive, secondo le quali il sonno è un comportamento innato, e non la
      risposta a una richiesta fisica o psicologica. Nessuna di queste spiegazioni, per quanto
      fondate, è completamente esauriente. E' sicuro e scientificamente provato che se ad un
      individuo viene proibito di dormire, questo risente di una serie di disturbi
      psico-somatici, quali la perdita temporanea di memoria, stati di afasia, disturbi alla
      vista, indebolimento, tremore, impossibilità di concentramento e difficoltà di
      linguaggio. Nel momento in cui l'alternarsi delle
      fasi del sonno e i meccanismi che consentono il ciclo sonno-veglia non hanno un corretto
      funzionamento, si creano una serie di disturbi, suddivisi dagli esperti in primari
      e secondari. Tra i disturbi primari vediamo ad
      esempio la narcolessia (il passaggio dalla fase di veglia alla
      fase Rem, senza passare per le prime fasi) e l'apnea  (il
      processo respiratorio si arresta non appena il soggetto esce dalla veglia). I disturbi
      secondari sono sintomi di uno stato patologico che rientra in un contesto diverso dal
      rapporto sonno-veglia, e rientrano in ambito molto più somatico. 
       
 
 
  "Fornirò la prova dell'esistenza di
      una tecnica psicologica che permette di interpretare i sogni e dimostrerò che utilizzando
      questo metodo ogni sogno si rivela essere una formazione psichica dotata di senso che può
      essere inserita in un luogo ben preciso dell'attività psichica della veglia".
      Così Freud apre quello che sarà l'opera più famosa ed importante da lui mai pubblicata:
      l'interpretazione dei sogni (1899), con la quale getterà i
      fondamenti dello studio di quell'incredibile fenomeno psichico quale è l'attività
      onirica, di coglierne l'importanza, di capire, come dirà lui in seguito, che "il
      sogno è la strada maestra che conduce alla conoscenza dell'inconscio" e
      la quale conoscenza è dunque imprescindibile. Gli antichi non consideravano il sogno
      come un prodotto della psiche, bensì come una manifestazione della divinità. Essi
      suddividevano i sogni in due fondamentali categorie: la prima che era influenzata solo dal
      presente e dal passato, e la seconda che era invece determinante per il futuro.
      Rientravano in queste categorie le profezie, la previsione di eventi imminenti e i sogni
      simbolici. Con Aristotele il sogno diventa oggetto di psicologia, non ha origine divina,
      bensì demoniaca, in quanto la natura e tutta la sfera terrena sono considerate
      demoniache.
      Freud comprende che l'origine dell'attività onirica è puramente psichica ed influenzata
      da una molteplicità di fattori. Seguendo il suo pensiero, interpretare un
      sogno significa individuarne il significato cogliere il simbolismo che li caratterizza e
      sostituirlo con un elemento inseribile nella concatenazione degli atti
      psichici.   Per interpretare i sogni ci sono due metodi fondamentali: il primo,
      chiamato simbolico, è basato sul contenuto del sogno, visto nel
      suo insieme, nel tentativo di sostituire il suo valore simbolico con un altro logicamente
      comprensibile. L'esempio storico più conosciuto è quello del Giuseppe biblico (le sette
      vacche grasse precedute da sette magre, interpretate come sette anni di abbondanza seguiti
      da sette anni di carestia). La riuscita di un'interpretazione basata su questa tecnica è
      una precisa intuizione; come sostiene Aristotele il miglior interprete di
      sogni è colui che meglio riesce a cogliere le analogie. Il secondo metodo,
      della decifrazione, è molto più oggettivo; prevede l'analisi
      del sogno come una sorta di scrittura cifrata, nella quale ogni segno viene tradotto in un
      altro comprensibile. Le rappresentazioni e i desideri inconsci possono affiorare solo se
      resi irriconoscibili da processi di condensazione (espressione
      di più elementi in un unico contenuto), spostamento (la carica
      emotiva è trasferita dall'oggetto reale a un altro meno problematico) e  simbolizzazione.
      Si deve considerare che il sogno non ha alcun mezzo per raffigurare le relazioni logiche
      esistenti tra i pensieri onirici. Perlopiù, esso ignora queste preposizioni e si occupa
      solo di elaborare il contenuto oggettivo dei pensieri onirici. All'interpretazione del
      sogno spetta di ristabilire il collegamento distrutto dal lavoro onirico. Accade però che
      in alcuni sogni hanno luogo complesse operazioni logiche, che raccolgono atteggiamenti,
      comportamenti e processi psichici molto simili a quelli della vita vigile; non bisogna
      farsi ingannare dall'apparenza: tutto questo materiale è onirico, e non raffigurazione di
      un lavoro intellettuale nel sogno. Il contenuto dei pensieri
      onirici viene rappresentato dall'apparente pensare del sogno, ma senza le relazioni
      reciproche dei pensieri onirici. 
       Molti studiosi si sono occupati di
      rispondere alla problematica del sogno e del rapporto che esso ha con la veglia. Freud ha
      ripreso il pensiero di molti, giungendo al concetto che il sogno è la continuazione della
      vita vigile, che si riallaccia sempre alle rappresentazioni presenti nella coscienza. Il
      contenuto dei sogni è sempre determinato dalla personalità individuale, dall'età, dal
      sesso, dalla posizione sociale e dagli avvenimenti ed esperienze che hanno interessato
      tutta la vita dell'individuo. E' infatti una verità indiscussa che tutto il materiale che
      forma il contenuto del sogno viene dall'esperienza vissuta, ricordata e riprodotta nel
      sogno. Può però accadere che nel contenuto del sogno vi sia del materiale che alla
      veglia non si riconosce come appartenente alle proprie conoscenze; la spiegazione è che
      molti elementi sono stati rimossi dall'individuo. Spesso la scoperta dei singoli elementi
      dei sogni è legato al caso. L'elemento fondamentale da cui il sogno trae il materiale da
      riprodurre è la vita infantile, in parte dimenticata e inutilizzata nell'attività
      psichica della veglia. La più strana ed incomprensibile caratteristica dei sogni, sta
      nella scelta del materiale onirico riprodotto: a essere ricordati, spesso non sono gli
      avvenimenti che durante la veglia si ritengono importanti, ma spesso sono ritagli
      secondari e accessori,   indifferenti ed irrilevanti, appartenenti ad un passato
      più o meno remoto. La causa è che nel sogno giungono alla conoscenza immagini di ricordi
      indifferenti, mentre le cellule cerebrali, che contengono al loro interno i segni più
      vivaci delle esperienze vissute, se ne stanno pressoché immobili. Tutte le impressioni
        lasciano una traccia indelebile, che può tornare alla luce all'infinito. Pertanto
      nel sogno non vi sono ripetizioni di avvenimenti; vengono accennate, ma l'anello
      successivo può comparire mutato o del tutto estraneo. Vi sono tuttavia eccezioni, capita
      che un sogno riproduca un'esperienza con la completezza della veglia. I sogni sono provocati da una vasta serie
      di stimoli: 
        Eccitazione sensoriale esterna (obbiettiva)Eccitazione sensoriale interna (soggettiva)Stimoli corporei interni (organici)Fonti puramente psichiche 
      Stimoli sensoriali
      esterni. Gli stimoli sensoriali che ci raggiungono
      durante il sonno, come la luce intensa che colpisce gli occhi, il rumore che riesce a
      farsi udire, una sostanza odorosa che stimola la mucosa nasale, possono facilmente
      diventare fonti del sogno; alcuni sogni ammortizzano a tal punto lo stimolo esterno con il
      contenuto con il contenuto del sogno, da permettere di riconoscere in esso la fonte del
      sogno. La tesi fondata sulla similarità tra stimolo e contenuto del sogno viene
      rafforzata quando si riesce a produrre in una persona addormentata sogni coerenti con lo
      stimolo, mediante l'applicazione controllata di stimoli sensoriali. In base a ciò la
      stimolazione sensoriale obbiettiva è meglio verificata tra le fonti del sogno. La psiche
      nel sogno il più delle volte disconosce la natura dello stimolo oggettivo, in quanto si
      trova in condizioni tali da formare illusioni. Un'impressione sensoriale viene da noi riconosciuta
      e correttamente interpretata solo se l'impressione è sufficientemente forte,
      chiara e durevole e se abbiamo abbastanza tempo per catalogarla.  Possiamo supporre
      che lo stimolo sensoriale esterno che colpisce i sensi durante il sonno abbia, come fonte
      del sogno, solo un ruolo modesto e che altri fattori determinino la scelta delle immagini
      mnestiche da evocare. Stimoli sensoriali interni. Se gli stimoli esterni durante il sogno sono
      insufficienti a spiegare tutte le immagini oniriche, si dovranno cercare fonti del sonno
      diverse, ma di origine analoga, e prendere in considerazione gli stimoli interni agli
      organi di senso, (soggettivi) accanto a quelli esterni. Tra le
      illusioni oniriche assumono un ruolo essenziale quelle sensazioni, visive ed uditive, che
      nello stato di veglia conosciamo, e in modo particolare le eccitazioni soggettive della
      retina. La polvere luminosa del campo visivo al buio ha assunto forme fantastiche e i
      numerosi punti luminosi, di cui è composto, danno origine ad un sogno con altrettante
      immagini singole che a causa della mobilità del caos luminoso, vengono viste come oggetti
      mossi. Le stimolazioni sensoriali esterne sono inferiori a quelle interne, e hanno la
      caratteristica di essere inaccessibili all'osservazione e alla verifica sperimentale. La
      prova fondamentale della loro influenza sul sogno è costituita dalle cosiddette allucinazioni
      ipnagogiche; si presentano come immagini molto vivaci e cangianti al momento
      di addormentarsi, e possono permanere per qualche istante anche dopo aver riaperto gli
      occhi. Perché queste immagini appaiano è necessaria una certa passività psichica. Nel
      periodo ipnagogico possono anche comparire allucinazioni uditive di parole e nomi che poi
      si ripetono in sogno. Non può dunque esistere un sogno che non si appoggi sul materiale
      dipendente dallo stato di eccitazione interna della retina, giacché le immagini visive
      sono la componente fondamentale dei nostri sogni. Stimoli corporei interni. Tutti gli organi del nostro corpo diventano, in condizione di eccitazione
      o di malattia, una fonte di sensazioni per lo più dolorose, perfettamente equiparate alla
      fonte esterna. Nel sonno la psiche raggiunge una consapevolezza delle sensazioni corporee
      molto più profonda e ampia di quella della veglia ed è costretta ad accogliere e a
      subire cambiamenti somatici. Aristotele riteneva probabile che nel sogno si venisse
      avvertiti di incipienti stati di malattia, non ancora notati nella veglia, o comunque
      indice di problemi fisici. Vediamo ad esempio che sono molto frequenti nei malati di cuore
      o di polmoni sogni d'angoscia, molto brevi, che terminano con un risveglio brusco, quasi
      sempre nel panico: nel loro contenuto è spesso contemplata una situazione di morte in
      circostanze orrende; nei tubercolotici non sono un'eccezione sogni di soffocamento, di
      ressa, di fuga; nei disturbati gastrici i sogni vedono rappresentazioni dell'ambito degli
      appetiti gastrici e d della nausea. Freud scriverà:"Il
      sogno è un fenomeno che si verifica nelle persone sane, forse in tutte e forse ogni
      notte, ed è evidente che l'affezione organica non ne costituisce un prerequisito
      indispensabile." Durante il giorno, gli stimoli provenienti dal
      sistema nervoso simpatico, esercitano tutt'al più un influsso inconscio sul nostro umore.
      Di notte, quando si affievolisce l'effetto delle impressioni diurne, quelle che premono
      dall'interno dell'organismo riescono a imporsi alla nostra attenzione. L'intelletto
      reagisce a questi stimoli convertendoli in forme collocate nello spazio e nel tempo, che
      agiscono in un contesto casuale. E' così che nasce il sogno. La sensazione mediata
      organicamente può essere suddivisa in: stati d'animo globali e sensazioni
      specifiche  (sensazioni muscolari, pneumatiche gastriche,
      sessuali, periferiche). Vi è una relativa concordanza sull'interpretazione
      di alcuni sogni definiti tipici, in quanto ritornano in moltissime
      persone con contenuti molto simili: il cadere da un'altura: la
      sensibilità cutanea viene stimolata ad esempio quando un braccio si scosta dal corpo o
      quando un ginocchio ritratto viene bruscamente disteso; la perdita dei denti:
      lo stimolo dentario; il volo: immagine adeguata dalla psiche per
      indicare l'eccitamento prodotto dal movimento respiratorio, quando la sensibilità cutanea
      del torace è scesa al di sotto del livello consapevole; il disagio per la
      propria nudità: se la sensibilità cutanea viene eccitata per esempio dallo
      spostamento o dalla caduta della coperta. Se nel sonno un apparato organico che di norma
      è coinvolto nell'espressione di uno stato di affezione, si trova nella condizione di
      eccitamento che gli è propria, il sogno produrrà rappresentazioni adeguate a quello
      stato affettivo. Lo stimolo organico ha dunque una grande influenza sulla produzione
      onirica 
        La posizione di un arto corrisponde nel sogno a quella reale.Se si sogna il movimento di un arto, di norma una delle posizioni
          assunte durante il sonno corrisponde a quella reale.In un sogno è anche possibile attribuire la posizione di un
          proprio arto ad un'altra persona.Si può sognare viceversa, che quel movimento sia impedito.Nel sogno l'arto in una certa posizione può comparire sotto forma
          per esempio di animale.La posizione di un arto può stimolare pensieri che hanno a che
          fare con l'arto. Fonti psichiche. Gli uomini sognano ciò che fanno durante il giorno e ciò che li
      interessa da svegli. Questo interesse non sarebbe solo un anello psichico che congiunge il
      sogno alla veglia, ma anche una fonte del sogno non trascurabile: insieme con gli stimoli
      che agiscono durante il sonno esso dovrebbe bastare a chiarire l'origine di tutte le
      immagini oniriche. Ma gli interessi della veglia, uniti agli stimoli interni ed esterni
      del sonno, non sono soddisfacenti a spiegare l'origine del sogno, in quanto l'interesse
      diurno non è la causa essenziale, come invece sarebbe logico supporre. I sogni vengono
      suddivisi in due categorie principali: i  sogni determinati da uno stimolo
      nervoso e quelli associativi, che devono la loro
      fonte esclusivamente alla riproduzione. In questo tipo di sogni non esiste un nucleo
      compatto, in quanto la vita immaginativa è già di per sé indipendente dalla ragione e
      dall'intelletto. La maggior parte delle rappresentazioni oniriche sono illusioni, prodotte
      dall'impressione sensoriale che non cessa mai la sua attività durante il sogno. Pertanto
      non esistono mai sogni di origine esclusivamente psichica, e i pensieri dei nostri sogni
      provengono dall'esterno. Non solo gli stimoli di natura extra-psichiatrica nella genesi
      del sogno sono identificabili e passabili di verifica sperimentale, ma la concezione
      somatica della genesi del sogno si accorda con la corrente di pensiero che oggi domina la
      psichiatria. 
       La rimozione del sogno. Quando si esce dal sonno spesso il ricordo che abbiamo del sogno si
      dissolve; molto spesso ci sembra di ricordarlo solo in parte, e sentiamo che il suo
      sviluppo era molto più ricco. Il ricordo di un sogno, ancora vivido al mattino, nel corso
      della giornata si riduce a piccoli frammenti. L'uomo è talmente abituato all'esperienza
      onirica che non ritiene assurda la possibilità che abbia sognato anche chi al mattino
      sostiene di non averlo affatto fatto. l contrario può accadere che alcuni sogni
      persistano nella memoria con straordinaria durevolezza anche nel corso degli anni. Durante
      la veglia dimentichiamo immediatamente una gran quantità di sensazioni e percezioni, o
      perché troppo deboli, o perché il grado di stimolazione psichica, da esso suscitato, è
      decisamente troppo basso. Lo stesso accade con le immagini oniriche: ricordiamo solo
      quelle più intense. Tuttavia non solo il fattore dell'intensità è responsabile della
      rimozione dei sogni, infatti spesso dimentichiamo velocemente immagini oniriche che
      sappiamo essere state molto vivaci, mentre serbiamo il ricordo di immagini indistinte e di
      debole forza sensoriale. La maggior parte delle immagini oniriche sono esperienze ripetute
      un'unica volta, e sappiamo che si tende a dimenticare più facilmente ciò che è avvenuto
      una sola volta e a ricordare meglio le percezioni ripetute. Affinché sensazioni,
      rappresentazioni, pensieri e simili arrivino ad essere ricordati, è necessario che non
      restino isolati, ma che formino tra loro legami ed associazioni di tipo logico.
      Generalmente ciò che è contraddittorio è ricordato raramente e con difficoltà. Al
      sogno mancano sia coerenza sia ordine.  Le composizioni oniriche sono prive della
      possibilità di costruirsi un ricordo, e vengono dimenticate perché di solito si
      sgretolano sin dai primi momenti. Con il risveglio, il mondo sensoriale che preme da tutti
      i lati cattura l'attenzione, tanto che pochissime immagini oniriche sono in grado di
      resistere alla sua potenza. Freud esprime questo concetto con un paragone: le immagini
      oniriche si ritraggono alle impressioni del giorno come il riflesso delle stelle alla luce
      del sole. Per capire la rimozione del sogno bisogna partire dal presupposto che la maggior
      parte degli uomini nutre un scarsissimo interesse per essi, o che al risvegli è troppo
      impegnato per ricordare cosa si è sognato di notte. Può capitare però che un sogno di
      cui non si ha nessun ricordo al mattino, può comparire in un qualunque momento durante la
      giornata. La ricostruzione dei sogni non è però sempre attendibile, in quanto spesso
      inavvertitamente, quando richiamiamo alla memoria un sogno, colmiamo e integriamo le sue
      lacune. I sogni infatti non sono quasi mai così coerenti come noi li rammentiamo. Per
      verificare la fedeltà del nostro ricordo dobbiamo ricorrere ad un controllo obbiettivo;
      ma spesso questo non è purtroppo applicabile al sogno. 
       Rappresentazione
      simbolica. La difficoltà dell'interpretazione dei sogni
      deriva dalle incomplete conoscenze dei simboli onirici. Questi sono spesso polivalenti e
      ambigui di modo che solo il contesto rende possibile ogni volta una corretta
      interpretazione. A questa pluralità di significati si collega anche l'attitudine del
      sogno ad ammettere sovrainterpretazioni, a rappresentare in un unico contenuto formazioni
      di idee e desideri differenti e spesso divergenti. Fatta questa premessa ci sono alcune
      rappresentazioni simboliche che possono essere generalizzate, in quanto meno ambivalenti
      di altre e dal significato più evidente. Il re e la regina spesso rappresentano i
      genitori del sognatore, in quanto l'autorità che caratterizza queste figure viene
      assimilata a quella delle figure parentali. Tutti gli oggetti che si estendono in
      lunghezza: bastoni, tronchi, ombrelli (per il modo di aprirli ricordano l'erezione); tutte
      le armi lunghe e affilate: coltelli, spade, lance, rappresenterebbero il membro maschile.
      Barattoli, scatole, casse, armadi, forni, rappresentano l'utero materno. Nell'infanzia
      l'organo genitale femminile e l'ano sono considerati come unico spazio, e solo più tardi
      si viene a sapere che quest'area del corpo comprende due cavità separate. Scale,
      gradinate e di conseguenza il salire e scendere da esse, sono rappresentazioni simboliche
      dell'atto sessuale. Pareti lisce, sulle quali arrampicarsi, facciate di case da scalare
      (spesso con angoscia) equivalgono a corpi umani eretti, che nel sogno riprendono il
      ricordo del bambino che si arrampica sui genitori. I muri lisci sono uomini; i tavoli, le
      tavole imbandite e le mensole, sono sempre donne. Tra i capi di vestiario, il cappello da
      donna è sicuramente da interpretare come l'organo genitale maschile, così come la
      cravatta. Per rappresentare l'evirazione, il lavoro onirico si serve della calvizie, del
      taglio dei capelli, della caduta dei denti e della decapitazione. Piccoli animali ed
      insetti rappresentano bambini piccoli, per esempio fratelli o sorelle non desiderati. E'
      vero che la tendenza del sogno e delle fantasie inconsce a servirsi di simboli bisessuali
      rivela un tratto arcaico, in quanto nel periodo infantile la differenza tra sessi non è
      riconosciuta. Sogni di questo genere esprimono il desiderio di una donna, per esempio, che
      preferirebbe essere un uomo.  
       Il sogno è
      l'appagamento di un desiderio. Spesso i sogni rivelano
      palesemente il loro carattere di appagamento di un desiderio; ad esempio se la sera prima
      il sognatore in questione mangia cibi molto salati, durante la notte, preso da sete, si
      sveglia. Ma il risveglio è preceduto  da un sogno che ha sempre lo stesso contenuto:
      bere acqua. La causa di questo semplice sogno è la sete, la percezione della cui
      sensazione provoca il desiderio di bere e il sogno presenta questo desiderio già
      appagato. Si tratta dunque di sogni molto brevi e semplici, che si discostano dalle
      composizioni oniriche fitte e confuse che si presentano normalmente. In particolare nei
      bambini molto piccoli troviamo sogni di questo genere, al contrario di quelli degli
      adulti. Lo stesso discorso va applicato a desideri molto meno semplici e banali, che
      spesso però sono in contrasto con tutta la concezione morale dell'individuo e la sua
      educazione e che pertanto sono celati da simboli, quali quelli sopra descritti.
      L'interpretazione di tali desideri è dunque decisamente più complessa.  
       Sogno campione. Qui di seguito proponiamo il sogno tratto dall'Interpretazione
      dei sogni (a testimonianza di quanto la sessualità incida nella vita
      onirica), di un giovane inibito dal complesso paterno, che interpretò il proprio sogno
      quasi da sé "Il paziente va a passeggio con suo padre in un posto che
      è sicuramente il Prater, perché si vede la Rotonda e, davanti a questa un piccolo
      portico al quale è fissato un pallone frenato, che sembra piuttosto floscio. Suo padre
      gli chiede a che cosa serva tutto ciò; egli è stupito, ma gli risponde. Quindi arrivano
      in un cortile in cui è distesa una grossa lamiera. Suo padre ne vuole strappare un grosso
      pezzo per sé, prima però si guarda intorno per accertarsi che nessuno lo osservi. Lui
      gli dice di avvisare il guardiano, dopodiché potrà prenderne quanto vorrà. Da questo
      cortile una scala conduce in un pozzo, le cui pareti sono morbidamente imbottite come una
      poltrona di pelle. Alla fine di questo pozzo c'è una lunga piattaforma, e poi inizia un
      altro pozzo..." Analisi. La
      Rotonda rappresenta il suo organo genitale, il pallone frenato che si vede dalla piazza è
      il pene, di cui si lamenta perché "floscio". Si può allora tradurre che il
      piccolo portico sia lo scroto. Nel sogno il padre gli chiede il significato di tutto ciò,
      cioè lo scopo e l'uso dei genitali. E' evidente che la situazione vada ribaltata, in modo
      che egli diventi quello che pone la domanda. Dato che non ha mai potuto rivolgere tale
      domanda al padre, bisogna considerare il pensiero del sogno come un desiderio di ricevere
      spiegazioni in merito a quello che nella sua infanzia e adolescenza è stato un suo grande
      quesito, e l'insoddisfazione portata dal non appagamento del desiderio, è rimasta nella
      mente del giovane paziente particolarmente impressa. Il cortile, nel quale è distesa la
      lamiera, non è da prendere simbolicamente, ma proviene dal ricordo del negozio del padre.
      Era infatti accaduto che il sognatore fosse entrato nel negozio del padre, rimanendo
      negativamente colpito dall'illegalità con la quale questi ricavava i suoi guadagni. Il
      significato di questo passaggio del sogno potrebbe essere interpretato compiendo una
      ricostruzione logica, basata sul suo desiderio inappagato di interrogare il padre circa i
      suoi dubbi sulla sessualità: se gli avesse posto le suddette domande... questi lo avrebbe
      probabilmente ingannato, così come truffava nel suo lavoro. Il paziente usa il termine  strappare,
      che in questo contesto rappresenta dunque la scorrettezza commerciale. I particolari del
      primo pozzo, al quale segue una lunga piattaforma, quindi un nuovo pozzo, li spiega lui
      stesso come biografici: in giovane età ha avuto una vita sessuale regolare, che ha
      interrotto molto presto per tutta una serie di inibizioni createsi in seguito, e in questo
      periodo della sua vita spera di riprendere con l'aiuto della cura. Verso la fine però il
      sogno diventa oscuro, e si può supporre un riferimento alla madre, in quanto il pozzo
      rappresenta l'organo genitale femminile, della madre appunto, come ricorda la descrizione
      che lo vede morbidamente imbottito. 
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