Il passaggio
      dall'Ottocento al Novecento costituì un vero e proprio punto di svolta nella storia delle
      idee, è infatti il decennio in cui Russel pubblica I principi della matematica
      (1903), in cui Einstein formula la teoria
      della relatività ristretta (1905) e in cui Wegener dà luce al suo primo articolo sulla
      tettonica a zolle (1912). Non da meno Freud nel 1899 pubblica L'interpretazione dei
      sogni, tra le sue opere quella che di sicuro ha raggiunto la maggiore notorietà, e
      che esprime la più famosa e fondata teoria sul significato dei sogni mai formulata.
      Nell'anno della pubblicazione di quest'opera, Freud, con sua enorme soddisfazione, viene
      nominato professore straordinario, e tre anni dopo alcuni giovani medici, si avvicinarono
      a lui desiderando imparare, esercitare e diffondere la psicoanalisi. Tra essi vi era anche
      Max Graf, il cui figlio di 5 anni diventerà famoso come "il piccolo Hans", uno
      dei casi clinici più noti e straordinari di Freud, l'esempio più evidente di complesso
      edipico. Nel momento in cui Freud pensa di aver raggiunto un punto essenziale della sua
      ricerca, accettò dunque di avere dei discepoli; il gruppo si riuniva a casa sua ogni
      mercoledì sera, e prese il nome di "Società del mercoledì sera", gruppo che
      costituisce un primo nucleo dell'associazione freudiana. All'interno delle riunioni erano
      quasi un rituale caffè, sigari e dolci. Si trattava di un autentico incontro
      aristocratico, che rappresentava un vero e proprio laboratorio di idee; durante la serata
      si toccavano gli argomenti più svariati, dalla filosofia alla letteratura, dalla
      mitologia antica alle malattie psichiche e mentali, in particolar modo soffermandosi sui
      fenomeni isterici. Ricorda Graf: "Dopo un quarto d'ora di scambio di idee, iniziava
      la discussione. L'ultima parola spettava a Freud. In quella stanza regnava un'atmosfera di
      fondazione di una religione. E Freud ne era il profeta, che faceva apparire superficiali i
      metodi di indagine psicologica finora adottati".
      
        
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           Carl Gustav Jung
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      Tra tutte la
      persone che erano rimaste fortemente impressionate da L'interpretazione dei sogni
      c'era anche Jung, con cui Freud inizia ben presto a scambiare lettere, scritti ed
      estratti. Il 3 marzo 1907, Jung fa la sua prima visita a Freud: il lungo colloquio
      rappresenta l'inizio di una grande amicizia e collaborazione tra i due, basata su una
      stima reciproca. Come aveva fatto con Fliess, Sigmund idealizza Jung, immettendo
      inconsapevolmente nel rapporto con lui tutta una serie di richieste narcisistiche. Nella
      loro fitta corrispondenza Jung aveva commentato tutto il suo trasporto per Freud:  
      "E' vero - devo confessarGlielo con riluttanza - io L'ammiro
      senza riserve, come uomo e come studioso, non La invidio coscientemente... la mia
      venerazione per Lei ha un carattere quasi "religioso" - passionale che non
      provoca in me molestie d'altro genere, no, ma che mi riesce disgustoso e ridicolo per via
      del sottofondo inconfondibilmente erotico. Questa sensazione orribile deriva dal fatto che
      da ragazzo ho subito un attentato omosessuale da parte di un uomo prima venerato." (lettera
      da Zurigo del 28 ottobre 1907)
      Jung è dunque
      contrastato da una  serie di sentimenti ambivalenti e fortemente contrastanti che
      daranno origine all'accusa di autoritarismo esplicitata nella celebre lettera del 18
      dicembre 1912, in cui Freud viene rimproverato di mancanza di umiltà nel sottoporsi ad
      un'analisi personale.
      "Lei punta il dito su tutte le azioni sintomatiche che coglie
      nella Sua cerchia, e così facendo abbassa a livello di figlio e figlia tutti colori che
      Le stanno intorno, i quali riconoscono in sé arrossendo la presenza di tendenze erronee.
      E intanto Lei se ne sta sempre ben assiso in alto in veste di padre".
      Quest'accusa
      violenta fu l'inizio della traumatica separazione tra i due; Freud sopportò a lungo lo
      scalpitare dell'amico, troppo spaventato dal pensiero di perdere un rapporto in cui troppo
      aveva investito. Nonostante i ripetuti tentativi di Freud per salvare l'amicizia, la
      scissione tra i due era ormai imminente. Dopo qualche forte oscillazione la rottura con
      Jung matura e si consuma prepotentemente, fino a giungere alla definitiva separazione nel
      1913. Non solo Jung prese strade diverse da Freud, ma anche molti tra coloro che erano
      stati in quegli anni suoi grandi seguaci e sostenitori, lentamente cominciarono a
      scindersi dal suo pensiero psicoanalitico e interruppero più o meno 
      violentemente i
      rapporti con lui. Questo fu per Freud motivo di un grande trauma, che gli causò
      gravissimi disagi emotivi.
      
      
      
        
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           Freud con i figli Ernst e Martin a Salisburgo (1916)
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      Nel 1914 scoppiò
      la prima guerra mondiale. Questo conflitto provocò reazioni profonde anche sull'animo di
      Freud. Molti dei suoi colleghi vennero arruolati, altri si dispersero. I suoi figli maschi
      (Oliver, Ernst e Martin) vennero chiamati alle armi, e mentre i primi due combatterono per
      tutta la durata della guerra, il terzo, inizialmente dato per disperso, risultò essere
      stato fatto prigioniero in Italia. Il numero dei pazienti nel frattempo si era
      inevitabilmente ridotto, e lo sviluppo della psicoanalisi procedeva a ribasso. 
      Soltanto con la sconfitta degli Imperi centrali, e quindi con il ritorno della pace, la
      situazione si risollevò, e anche le sorti della psicoanalisi sembrarono riprendersi,
      anche se le devastanti conseguenze del dopoguerra, in primo luogo la 
      fortissima inflazione,
      avevano totalmente prosciugato le risorse finanziare di Freud. Nel 1918, la potente
      macchina da guerra del Kaiser era sull'orlo di un imminente crollo e la pace sembrava
      realmente vicina. Freud si tuffò in una vera e propria furia produttiva; nell'arco di due
      anni pubblicò tra le varie opere anche l'introduzione al libro Psicoanalisi delle
      nevrosi da guerra, Il perturbante, Al di là del principio del
      piacere e Complementi alla teoria del sogno. Nel 1921 condusse a termine il
      saggio Psicologia delle masse e analisi dell'Io, con cui tenta di porre le basi
      psicoanalitiche per la psicologia dei processi che stanno alla base dei comportamenti
      della massa.
      Nello stesso anno
      del completamento e della pubblicazione di L'Io e l'Es muore suo nipote, il
      figlio di Sophie, e gli viene diagnosticata una grave forma di tumore alla parte destra
      del palato. Egli non si riprenderà mai più dalla scomparsa del nipotino cui era
      particolamente affezionato. Scrive, in una lettera all'amico Binswanger:
      "Certo, sappiamo che il lutto acuto dopo una tale perdita
      passerà, ma resteremo inconsolabili, e non troveremo mai un sostituto. Tutto ciò che
      può subentrare, se anche riempisse il vuoto, non sarebbe mai la stessa cosa. E a
      dire il vero è giusto che sia così. E' l'unico modo per perpetuare l'amore..."
      
        
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      Come se non
      bastasse gli venne annunciata la morte del figlio maggiore. Freud cadde in uno stato di
      depressione profonda, ma nonostante ciò continuò a lottare con tenacia e straordinaria
      forza d'animo contro la malattia che avanzava di giorno in giorno. Nei mesi seguenti, dopo
      un primo intervento, venne operato altre 32 volte! In questo periodo gli era praticamente
      impossibile parlare e nutrirsi. Gli venne applicata una protesi di considerevoli
      dimensioni alla mascella e alla parte destra del palato, che aveva la funzione di separare
      la bocca dalla cavità nasale. Lottò fino alla fine della sua vita con i dolori atroci
      causati dall'applicazione della protesi. Nemmeno in questa grave situazione riuscì ad
      astenersi completamente dal fumare che, come abbiamo precedentemente detto, era  una
      dipendenza troppo forte da sopraffare. Era inoltre violentemente scosso da una serie di
      tic nervosi. Le sue condizioni fisiche erano decisamente pessime, ma nonostante ciò non
      si lamentò mai del dolore che lo tormentava. Fu con la stessa dignità morale,
      che preservò fino alla morte, che resistette alle prime, reali provocazioni
      antisemitiche.
      La Germania di
      Hitler è alle porte, e le origini ebraiche di Freud cominciano a costituire un serio problema.
      Nel 1930, dopo aver vinto il premio Goethe, il suo nome entra nella lista nera degli
      autori di opere che devono essere mandate al rogo. E' un secolo di cultura tedesca gettato
      in fiamme. Freud perde quattro sorelle nei campi di concentramento nazisti. La situazione
      comincia ad aggravarsi seriamente a partire da quando l'Austria viene annessa al Terzo
      Reich, nel 1938. Freud accetta di lasciare Vienna soltanto quando la figlia Anna viene
      sequestrata dalla Gestapo; fino ad allora aveva freddamente resistito ad ogni genere di
      provocazione e minaccia da parte delle S.A. 
      Il 14 giugno,
      accompagnato da Martha e da Anna, che nel frattempo era stata rilasciata, Freud parte per
      Londra, facendo una breve sosta a Parigi, accolto con la massima ospitalità. Arrivato a
      Londra prende subito casa in un bel quartiere della città, zona che diventerà sede di
      centri psicoanalitici tra i più importanti al mondo, in primis quello dove
      lavorerà, anni dopo, la stessa Anna Freud.
      
        
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           La casa di Londra dove Freud morirà il 23 settembre
          1939
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      La piaga cancerosa
      peggiora di giorno in giorno, causandogli dolori spasmodici. Il suo medico continua a
      somministrargli 2 cc. di morfina, ripetendo le dosi fino a che Freud entra in coma.
      Sigmund Freud, il padre fondatore della psicoanalisi, muore il 23 settembre del 1939 alle
      tre di notte.
      Vorremmo concludere la nostra biografia con questo eccezionale pensiero di Thomas Mann:
      "anche se il futuro riplasmerà o modificherà questo o quel
      risultato delle sue ricerche, mai più potranno essere messi a tacere gli interrogativi
      che Sigmund Freud ha posto all'umanità; le sue scoperte scientifiche non si possono 
      né
      negare, né occultare (...) e se mai alcuna impresa della nostra specie umana rimarrà
      indimenticabile, questa sarà proprio l'impresa di Sigmund Freud." 
      
      